Qualsiasi cosa pur di vincere
L'ennesima straordinaria prestazione di Federica Brignone, l'hockey in Kenya, e poi: gli svizzeri sciano come vivono?
Ieri ho scritto, in modo lungo ed esteso, di Federica Brignone su lāUltimo Uomo. La notizia lāavrete letta: giovedƬ Brignone ha vinto lāoro ai Mondiali di sci alino di Saalbach (Austria), in slalom gigante. Da alcuni ĆØ considerata la specialitĆ regina, il gigante: cāĆØ bisogno di velocitĆ e tecnica in ugual misura, si disputa su due manche quindi la componente mentale ĆØ cruciale ed ĆØ, si dice in gergo, āla base di tuttoā. La curva del gigante ĆØ pane quotidiano per ogni sciatore. Anche chi fa discesa libera si allena tra le porte del gigante, perchĆ© il gesto, le inclinazioni, il ritmo, la ricerca della traiettoria ideale, sono molto simili. In uno sport in cui ogni movimento ĆØ poco replicabile, il gigante rivela lo spessore di un atleta: molte volte chi fa bene in gigante va forte anche in altre specialitĆ .
Per apprezzare meglio la portata storica dellāoro di Brignone, basta dire che una donna italiana non vinceva il gigante mondiale da Deborah Compagnoni nel 1997 (tra gli uomini il digiuno prosegue da Tomba a Sierra Nevada ā96). Nel pezzo giĆ linkato, ho ripercorso la carriera di Brignone partendo dalla madre, Ninna Quario, grazie ai tanti pezzi letti su Race Ski Magazine e grazie ad una telefonata con Gianmario Bonzi, telecronista delle gare femminili di sci alpino per Eurosport e collega a Race. Diverse cose che ho letto, visto, sentito, che mi ha detto Gianmario, non sono entrare nel pezzo, quindi le lascio qui, per completare il ritratto di questa atleta pazzesca.
š¹ A proposito di quanto lo sci sia unāattivitĆ diabolica, nella quale tutto parte dalla testa: secondo Brignone «è uno sport quasi totalmente mentaleĀ». E lo dice una che si allenerĆ 30 ore a settimana.
š¹ Quando Brignone si affaccia in Coppa del Mondo, e alla quinta gara va giĆ sul podio, ĆØ una teenager che sembra poter iniziare a mettere le mani sul Circo Bianco. Le cose, invece, vanno diversamente: fa le Olimpiadi canadesi nel 2010, poi deve aspettare fino al 2015 per la prima vittoria in Coppa del Mondo. Secondo Bonzi questo periodo della carriera di Brignone «è inspiegabile, se non col fatto che i gruppi dāallenamento di slalom, gigante, superG e discesa erano divisi in modo molto netto. Continuavano a farle fare slalom, poi arriva [lāallenatore Gianluca] Rulfi e crea una squadra Ć©lite con le migliori, allineandosi alle altre nazionali più fortiĀ». Ć una questione molto pratica: se ti alleni in 15 persone, il numero di discese dāallenamento che puoi fare ĆØ limitato rispetto a quelle che puoi fare su una pista dedicata a te. Ā«E magari iniziava una stagione che Brignone aveva fatto 50 giri dāallenamento, le sue avversarie 150Ā» ricorda Bonzi.
š¹ Mario Calabresi, giĆ direttore di Repubblica e La Stampa, per conoscere meglio la storia di Brignone ĆØ andato Ā«nella casa dovāĆØ cresciuta, uno chalet di montagna a La Salle, dalle cui finestre si vede il Monte Bianco, da un lato, e la Grivola, dallāaltroĀ». Lāarticolo ĆØ molto bello e dĆ uno spaccato delle relazioni in casa Brignone: Ā«Durante un viaggio in camper insieme, di ritorno dalla Svezia, Daniele ha chiesto al figlio Davide: āPerchĆ© non aiuti tua sorella a vincere in Coppa del Mondo? Hai grande occhio, le dai sicurezza e di te si fidaā. CosƬ hanno cominciato a lavorare insieme, a viaggiare insieme. Vanno ovunque in macchina, Davide guida e Federica dorme, oppure ascoltano ogni genere di musica al massimo volume, soprattutto i Dire StraitsĀ».
š¹ Più le piste sono difficili e tecniche, più Brignone si esalta. Sebbene sia migliorata anche in questo, non ha il guizzo sui piani di una Goggia: Ā«Nelle curve me la posso giocare, sui pezzi di scorrimento sono proprio un poā scarsaĀ» scherzava qualche anno fa.
š¹ I suoi libri preferiti sono quelli della trilogia Millennium di Stieg Larsson, gialli ambientati in Svezia.
š¹ Cosāha fatto Brignone la sera prima dellāoro mondiale? Spento la tv presto, letto un libro, parlato di biathlon con la madre e dormito poco. Ć normale per lei: nelle interviste spesso ripete che se non sentisse la tensione prima delle gare allora sƬ che si dovrebbe preoccupare.
š¹ Federico Colli, suo preparatore atletico, ha notato in lei Ā«una dote che raramente ho riscontrato in altri atleti: la capacitĆ di risolvere e fare suoi gesti motori nuovi, provati per la prima volta. Sa coordinare il suo corpo in modo impressionanteĀ».
š¹ Di nuovo Bonzi: Ā«Brignone cura ogni dettaglio in maniera pazzesca. Non so se e quando avremo ancora una cosƬ, farebbe qualsiasi cosa pur di vincere. Bisogna solo chiedersi perchĆ© tra il primo podio e la prima vittoria passano sei anni. Ć una coincidenza incredibile, ma Federica debutta in Coppa del Mondo lo stesso giorno di Lara Gut-Behrami. Nei successivi sei anni, Gut-Behrami vince eccome, Brignone no. Il perchĆ© ĆØ il mistero dei misteriĀ».
šŗ Ai Mondiali junior di pattinaggio (velocitĆ su pista lunga) a Collalbo, in provincia di Bolzano, il 17enne tedesco Finn Sonnekalb ha vinto un poā di tutto.
šŗ Il Tages Anzeiger ĆØ un quotidiano svizzero in lingua tedesca con sede a Zurigo. Mi piace parecchio la sezione in cui parla di sport invernali: certi articoli sono davvero approfonditi e utili. Di recente hanno pubblicato un pezzo in cui sei persone diverse ā un filosofo, la presidente dello sci club più grande della nazione, un ex campione, eccetera ā riflettono sullāeffetto Odermatt, cioĆØ lāulteriore aumento di popolaritĆ dello sci in Svizzera grazie ai successi del nidvaldese Marco Odermatt. Uno dei sei intervistati dice: Ā«Riconosco gli svizzeri stessi nello sci: quando si scia bisogna fare affidamento su se stessi. Non si dipende dagli altri, si ĆØ autonomi e non si ricevono regole dall'alto, ma si vuole vivere liberamente. In breve: la libertĆ dai regolamenti caratterizza lo sci ā e anche il modo di pensare in Svizzera, no?Ā».
šŗ Di recente avevo letto di Korogocho, una baraccopoli alla periferia di Nairobi, in Kenya, in un pezzo che parla di discariche e marabù. Ć stato bello ritrovare Korogocho allāinizio di una storia sullāhockey in Kenya: gli Ice Lions hanno le divise più belle dellāinverno intero.
šŗ Oggi ai Mondiali di Saalbach di sci alpino va in scena lo slalom femminile e volete arrivarci sapendo chi ĆØ Zrinka Ljutic: ne sentiremo parlare a lungo, ma ĆØ meglio portarsi avanti.
šŗ Parlando di Mondiali, a Lenzerheide, in Svizzera, si stanno svolgendo quelli di biathlon. La prima gara, la staffetta mista, ĆØ stata piena zeppa di DRAMA: cadute, sorprese, Italia in lotta per una medaglia fino allāultimo. Johannes Boe, tra le altre cose, ha fatto urlare al commentatore tecnico di Eurosport Max Ambesi Ā«HO VISTO LA LUCEĀ» dopo un ultimo poligono in cui il norvegese ha sparato velocissimo senza errori.
šŗ Domenica sarò al Forum di Assago, poco fuori Milano, dove avrĆ luogo il test event per le gare di short track (pattinaggio su pista breve) alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Gli italiani Pietro Sighel ed Elisa Confortola sono andati forte nelle ultime tappe dellāISU World Tour. Se ci sei scrivimi, che ci becchiamo.
Ci sentiamo al prossimo episodio di INGEMAR,
vedendo o no un poā di luce.
Michele